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Il Dott. Roberto Marsilio è specializzato in chirurgia palpebrale, con rimodellamento della struttura palpebrale ed asportazione di neoformazioni palpebrali.
La blefaroplastica è la chirurgia estetica delle palpebre consente di correggere gli inestetismi delle palpebre quali palpebre superiori cadenti e borse di grasso che, oltre a penalizzare la bellezza del volto donando uno sguardo affaticato, possono interferire con la vista.
Consiste nella rimozione di pelle e tessuto adiposo localizzati nelle palpebre superiori e/o inferiori (blefaroplastica superiore, inferiore o completa).
L’intervento avviene in anestesia locale o in sedazione e dura indicativamente 1-2 ore, richiede due giorni di riposo e già dal terzo giorno è possibile riprendere le attività quotidiane più semplici evitando di esporsi al sole e sforzi importanti. L’attività lavorativa può essere ripresa dopo circa una settimana e dopo tre settimane si può riprendere ogni attività.
La chirurgia palbebrale è viene effettuata dal chirurgo oculista specializzato
in chirurgia oftalmoplastica: sono infatti necessarie specifiche competenze che riguardano sia l’ambito estetico sia quello legato alla funzionalità e alle patologie che possono colpire quest’area.
Le neoformazioni palpebrali possono essere benigne o maligne e per questo è fondamentale diagnosticare con sicurezza la natura delle lesioni.
Possono presentarsi in ogni parte della palpebra, e coinvolgere le regioni perioculari.
Fin dalla più tenera età, la prevenzione gioca un ruolo decisivo per la salute visiva. L’oftalmologia infantile previene, diagnostica e tratta le malattie che colpiscono gli occhi dei bambini.
La diagnosi precoce, l’osservazione di eventuali segnali, i controlli periodici sono fondamentali per la prevenzione e la cura dei difetti visivi nei bambini
È fondamentale individuare nei bambini dei segnali che possono nascondere dei problemi: occhi arrossati, fastidio alla luce, lacrimazione, mal di testa strabismo, avvicinamento esagerato per guardare gli oggetti o strizzare gli occhi nella visione da lontano.
In genere una prima visita viene effettuata ai neonati, specialmente nei prematuri a basso peso e nei soggetti a rischio genetico. Se non si è notato nulla di particolare, è consigliabile una visita intorno ai 3-4 anni, età in cui si ha una buona collaborazione e il bambino può leggere dei caratteri adatti alla sua età.
Per tutti bambini è indispensabile una visita oculistica a 5-6 anni, età in cui si ha una collaborazione ottimale.
La diagnosi deve essere precoce; nelle forme più gravi entro il primo anno di vita, nelle più lievi intorno ai 3-4 anni, massimo 6. Più tardi si interviene, meno possibilità si hanno di recuperare l’occhio pigro. Terapia di elezione è il bendaggio dell’occhio normale al fine di potenziare l’uso dell’occhio pigro, e l’eventuale correzione con lenti, a volte anche con lenti a contatto. Nei casi più gravi (cataratta congenita,ecc.) è indispensabile l’intervento chirurgico precoce.
La miopia è il difetto visivo per cui si ha difficoltà nel vedere gli oggetti lontani. Sono maggiormente interessati i bambini intorno ai 9-10 anni, con un peggioramento durante l’adolescenza.
L’ipermetropia rende difficile la visione specialmente degli oggetti vicini ed è il difetto più comune dei bambini. Si manifesta con difficoltà di concentrazione, bruciore agli occhi e mal di testa. Tende a ridursi spontaneamente con lo sviluppo.
L’astigmatismo causa una visione distorta delle immagini e non permette la messa a fuoco sia degli oggetti vicini che lontani. Provoca mal di testa, arrossamento degli occhi ed intolleranza alla luce.
L’ambliopia, il cosiddetto occhio pigro, è caratterizzata dalla riduzione dell’acutezza visiva che generalmente coinvolge un occhio ma può anche essere binoculare. Può essere causata da un problema di messa a fuoco, da una differente refrazione tra i due occhi (anisometropia) dallo strabismo o da patologie oculari (cataratta congenita).
L’ipovisione è una condizione che porta ad avere una visione parziale o ridotta. Grazie alle nuove tecnologie, è ora possibile svolgere anche attività di riabilitazione per pazienti ipovedenti e di prevenzione per pazienti a rischio di glaucoma e maculopatia.
Oggi grazie ad una riabilitazione visiva mirata e all’utilizzo di ausili specifici è possibile migliorare notevolmente la qualità di vita della persona ipovedente.
Molti pazienti con grave riduzione della vista potrebbero riprendere l’attività lavorativa utilizzando degli ausili specifici per ipovedenti, che vengono scelti dopo un’attenta e personalizzata valutazione.
È possibile effettuare test genetici tramite prelievo di un tampone della mucosa buccale per verificare la predisposizione allo sviluppo di una maculopatia per i pazienti con familiarità. Un pacchetto di esami comprendente la pachimetria, la tonometria e il campo visivo permette di rivelare la malattia glaucomatosa in fase iniziale.